FAQ2018-08-08T09:50:23+00:00

Home page | FAQ

FAQ

Quali problemi tratta?

Il sintomo è il rappresentante in superficie di un problema spesso molto più profondo e radicato, è la punta dell’iceberg che emerge in un particolare momento della vita o in seguito ad un determinato evento o situazione vissuta dal paziente.

I sintomi possono essere i più disparati, ma i più comuni sono ansia, attacco di panico, paure specifiche, pensieri ossessivi, comportamenti compulsivi, depressione, problematiche relazionali e affettive, problematiche lavorative, sintomi fisici senza una motivazione medica, disturbi alimentari, dipendenze, disturbi alimentari, disturbo del sonno, bassa autostima, senso di inadeguatezza, apatia, mancanza di motivazione.

Molto spesso una buona psicoterapia riesce a dare un senso a quel determinato sintomo all’interno della fase di vita che il paziente sta vivendo, e nel tempo ad eliminarlo, ma riesce anche e soprattutto ad andare alla radice del problema, affrontando e risolvendo ciò che sta al di sotto del sintomo.

Quanto costa e quanto dura una seduta?

Una seduta individuale ha un costo di 60 euro e dura 45-50 minuti.

Una seduta di coppia (genitori o coppie) ha un costo di 70 euro e dura 60 minuti.

È possibile effettuare il pagamento sia in contanti sia tramite bonifico bancario.

Le fatture sono detraibili come spese sanitarie.

Il primo colloquio è gratuito?

Sì, e solitamente ha la durata di circa 60 minuti al fine di dare maggiore spazio al paziente per esporre ed esplorare le varie sfaccettature della difficoltà o del sintomo che porta, e per raccogliere i primi dati anamnestici.

Ritengo che sia molto importante nel primo colloquio mettere a proprio agio il paziente, vista la fatica emotiva di incontrare per la prima volta uno Psicologo, e offrire un ascolto attento e partecipe.

Come avviene la consultazione?

Il primo colloquio di consultazione è gratuito ed ha la durata di circa 60 minuti. Ha come obiettivo quello di comprendere e definire meglio il problema che il paziente porta e di ricollocarlo all’interno della storia dell’individuo o della coppia.

Alla fine del primo colloquio solitamente propongo altri 2 colloqui, della durata di 45-50 minuti per l’individuo singolo e di 60 minuti per la coppia, che serviranno per fare un’ampia panoramica su tutte le aree di vita del paziente singolo o della coppia.

Durante l’ultimo colloquio di consultazione verrà poi restituito al paziente quanto compreso delle sue aree di disagio e delle sue aree di forza, e verrà proposto il percorso psicologico ritenuto più adeguato per quella specifica persona con quella determinata difficoltà.

Che frequenza hanno le sedute?

La frequenza può essere di una seduta ogni quindici giorni (sostegno psicologico) oppure di una o più sedute settimanali (psicoterapia).

La frequenza e il tipo di intervento psicologico ovviamente viene concordato con il paziente alla fine della fase di consultazione, e dipende dalle specifiche caratteristiche della singola situazione.

Una frequenza più elevata sicuramente permette un lavoro più profondo, ma non è assolutamente sinonimo di una maggiore gravità della situazione.

Quanto dura un trattamento psicologico?

Ogni percorso psicologico ha un inizio ed una fine, anche se non si può a priori stabilire la durata complessiva dell’intervento perché è necessario, per il bene del paziente, rispettare i suoi tempi interni di cambiamento.

Sicuramente alcuni fattori possono influenzare la durata più o meno lunga di un percorso psicologico, come per esempio il tipo di problema da affrontare, gli obiettivi che si cerca di raggiungere e le risorse del paziente.

In un percorso psicologico a lungo termine il miglioramento o la risoluzione dei sintomi può avvenire in tempi relativamente brevi, ma la scomparsa del sintomo non sempre significa che il problema è completamente risolto, infatti se il paziente non continua il lavoro psicologico intrapreso rischia che il sintomo si ripresenti sotto altre forme, proprio perché il problema spesso non è in superficie ma in profondità.

Solo alcuni percorsi psicologici prevedono una tempistica preventivata fin dall’inizio:

  • La consultazione psicologica, che inizialmente propongo a tutti i miei pazienti, normalmente ha la durata di 3 settimane (3 sedute con frequenza settimanale).
  • La Psicoterapia Psicoanalitica Breve ha la durata di 2 mesi e mezzo (10 sedute con frequenza settimanale). Questo tipo di intervento è proposto solo previa attenta e accurata valutazione dell’idoneità della persona nel poter sostenere un trattamento di questo tipo

Può prescrivere farmaci?

No, solo i medici possono prescrivere i farmaci.

Un percorso psicologico, e in particolare la psicoterapia, interviene sulle cause del sintomo, mentre invece gli psicofarmaci agiscono solo sul sintomo stesso.

Se il terapeuta e/o il paziente ritengono necessario un sostegno farmacologico, parallelo all’intervento psicologico, si può proporre una consultazione con uno Psichiatra.

Nel momento in cui ho intenzione di interrompere il percorso, sarò libero di farlo?

Il paziente ha ovviamente totale libertà di iniziare, proseguire o terminare un percorso psicologico in qualsiasi momento.

Sicuramente all’interno di un percorso psicologico, soprattutto all’inizio, possono emergere timori e paure, che sarà fondamentale esplicitare perché un lavoro psicologico, come qualunque relazione, deve basarsi sulla fiducia reciproca affinchè risulti efficace.

Se un paziente decide di interrompere il proprio percorso psicologico, l’unica cosa che chiedo sempre è un’ultima seduta, in cui poter restituire al paziente i risultati ottenuti tramite il trattamento psicologico e i punti su cui sarebbe ancora importante lavorare.

Chi è lo psicoterapeuta?

Lo Psicoterapeuta è uno Psicologo o un Medico che ha conseguito una specializzazione post-universitaria in psicoterapia di durata almeno quadriennale presso una scuola riconosciuta dal Ministero dell’Università.

Il training psicoterapeutico si basa su alcuni elementi formativi fondamentali: psicoterapia personale (solo alcune scuole la richiedono, tra cui quella che ho frequentato io), supervisioni cliniche dei primi pazienti da parte di psicoterapeuti esperti, lezioni e seminari clinico-teorici.

Dopo il conseguimento della specializzazione viene iscritto nell’Elenco degli Psicoterapeuti del proprio Ordine regionale ed è così autorizzato all’esercizio della psicoterapia.

Lo Psicoterapeuta è in grado di offrire le prestazioni dello Psicologo e, grazie alla sua supplementare formazione, può agire anche su disturbi psichici intensi e cronici e ha l’adeguata preparazione per il trattamento dei disturbi della personalità.

Il lettino si usa sempre?

No, propongo il suo utilizzo solo in Psicoterapie Individuali e non a tutti i pazienti.

Il lettino è sicuramente uno strumento molto utile nel lavoro psicoterapeutico, ma la possibilità del suo utilizzo deve essere sempre ben valutata per ogni singola situazione in fase di consultazione.

In linea generale io prediligo l’utilizzo del lettino, qualora sia possibile, e lo propongo ai miei pazienti perché permette di entrare in contatto più facilmente coi propri stati interni, e consente di esprimere più liberamente i diversi pensieri che sorgono nella mente.

Questo però non significa che il paziente sia obbligato ad utilizzare lo strumento del lettino, infatti la mia è una proposta di utilizzo, ma il paziente ovviamente è sempre libero di restare in poltrona, seduto di fronte al terapeuta.

In ultimo mi preme sottolineare che l’utilizzo del lettino non viene proposto ai pazienti più gravi come suggeriscono i luoghi comuni, ma al contrario è uno strumento utile solo per i pazienti con un buon equilibrio psichico che gli permette di tollerare questo tipo di posizione.

La mia privacy sarà rispettata?

Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Pertanto non rivela notizie, fatti o informazioni apprese in ragione del suo rapporto professionale, né informa circa le prestazioni professionali effettuate o programmate.

Nel caso di obbligo di referto o di obbligo di denuncia, lo psicologo limita allo stretto necessario il riferimento di quanto appreso in ragione del proprio rapporto professionale, ai fini della tutela psicologica del soggetto. Negli altri casi, valuta con attenzione la necessità di derogare totalmente o parzialmente alla propria doverosa riservatezza, qualora si prospettino gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del soggetto e/o di terzi.

Lo psicologo può derogare all’obbligo di mantenere il segreto professionale in caso di testimonianza, esclusivamente in presenza di valido e dimostrabile consenso del destinatario della sua prestazione. Valuta, comunque, l’opportunità di fare uso di tale consenso, considerando preminente la tutela psicologica del paziente.

La segretezza delle comunicazioni deve essere protetta anche attraverso la custodia e il controllo di appunti, note, scritti o registrazioni di qualsiasi genere e sotto qualsiasi forma, che riguardino il rapporto professionale. Tale documentazione deve essere conservata per almeno i cinque anni successivi alla conclusione del rapporto professionale, fatto salvo quanto previsto da norme specifiche.